Proponiamo interventi congiunti che riguarderanno gli alunni e le alunne, i genitori e gli insegnanti. La formazione e gli interventi S.F.E.R.A sono una risposta all’individuo, alle famiglie e alla scuola e rappresentano un modo per fronteggiare i cambiamenti in atto e che possono essere accolti come momento di crescita culturale, sociale, professionale e personale.
Uno degli elementi centrali delle relazioni interculturali porta a chiedersi “chi sono io”, a costruire una forte consapevolezza di sé, ma anche “dell’altro” e dei possibili canali di comunicazione, confronto e di conflitto tra me e l’altro.
Quando in classe arriva un alunno straniero l’insegnante (il C.d.C., il team) inizia a porsi almeno tre domande:
- Come organizzo l’accoglienza?
- Come favorisco l’integrazione?
- Come favorisco l’alfabetizzazione?
E’ ovvio che la risposta relativa alle prime due domande, “accoglienza” e “integrazione” non può che portare ad interventi di interazione: si può accogliere, si può favorire l’integrazione solo se si organizzano spazi di comunicazione, di relazione; ma quando si giunge al terzo interrogativo diventa necessario per l’insegnante porsi una domanda più complessa rispetto alle precedenti: Come posso modificare l’organizzazione della classe e della scuola per favorire sentimenti di accoglienza, processi di integrazione e percorsi di alfabetizzazione?
Riteniamo che nella classe, la prassi educativa interculturale dovrebbe essere caratterizzata dai seguenti criteri:
- proporre attività didattiche che facciano riferimento il più possibile al sapere e alle abilità che gli studenti già hanno, incluse le abilità linguistiche e le conoscenze culturali;
- creare opportunità di comunicazione e di cooperazione in gruppi eterogenei;
- fornire uguali opportunità di partecipazione ai processi di apprendimento che sono stati organizzati nella classe.